AILANTO, L' ALBERO DEL PARADISO importato dall'oriente






L'ailanto (Ailanthus altissima) o in italiano anche albero del paradiso, è un albero appartenente alla famiglia delle Simarubacee. È nativo della Cina sud-orientale e centrale ed è naturalizzato in Italia e in altri paesi europei, oltre che in diversi paesi asiatici, negli Stati Uniti d'America, in Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda. 

 

E' un albero di medie dimensioni che raggiunge altezze di 17–27 metri e un diametro, all'altezza del petto, di 1 metro. È notevole la sua velocità di accrescimento: il primo anno di vita riesce a raggiungere già uno o due metri di altezza, mentre due anni bastano a formare una pianta lignificata, alta diversi metri. Da questa tendenza a diventare alto in breve tempo è derivato il nome "albero del paradiso". È poco longevo, superando raramente i cinquanta anni di vita ed eccezionalmente il secolo di vita. 

È una pianta con esemplari che producono solo fiori maschili ed esemplari che ne producono solo di femminili.

I fiori sono di colore verde biancastro, molto piccoli, con 5 petali riuniti in grappoli lunghi 10 - 20 cm.

I frutti alati ( samare ) sono lunghi 4 cm. e larghi 0,5 - 1 cm. Sono gialli e rossastri, con un seme disposto alla metà del frutto. Numerosi frutti sono raccolti in grappoli penduli. La pianta fiorisce da giugno a luglio e, strofinando le foglie  durante la fioritura emanano un odore sgradevole.  

L'Ailanto fu importato in Europa per la prima volta nel 1700 e negli Stati Uniti nel 1784. Venne ai tempi, largamente impiegato per le alberature stradali e di parchi durante gran parte del XIX secolo. Oggi è ancora possibile vedere, come testimonianza dell'uso ornamentale di questa specie, grandi ailanti in viali, parchi e giardini.

Ha la capacità di prosperare in ambienti degradati, con terreni sterili e atmosfera inquinata, comuni purtroppo in molte città, a questo proposito è nota la sua efficienza nell'assorbimento di sostanze nocive, come il diossido di azoto, l'ozono e le polveri sottili.

Ma è anche considerata una specie molto infestante e quindi nociva per gli ambienti. Le radici dell'Ailanto producono una sostanza, l'ailanthone, capace di inibire la crescita e lo sviluppo di piante concorrenti vicine. La sua eradicazione è molto difficile. Nel 2009 l'Unione Europea finanziò un progetto di recupero ambientale che comprendeva, tra gli scopi principali, la lotta all'ailanto. Il progetto è terminato con successo nel giugno del 2014. 

I motivi principali dell'attuale grande diffusione dell' ailanto sono molti. Oltre al suo valore come albero ornamentale quest'albero viene utilizzato per la produzione di un tipo di seta, per la produzione di miele e per estrarre principi medicinali.  





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