di Luciana Rassati
Negli ultimi 25 anni la metà dei coralli della Grande Barriera australiana sono morti. I ricercatori avvertono che il riscaldamento climatico sta stravolgendo in modo irreversibile l'ecosistema sottomarino.
Uno
studio pubblicato il 14 ottobre sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal
Society ha lanciato
l'allarme. Tra gli autori dello studio, il prof. Terry Hughes dell'università James Cook, intervistato dall’agenzia Afp,
afferma che il declino dei coralli presenti nel nord est dell’Australia
è inevitabile se i paesi non
rispetteranno gli accordi di Parigi contro il riscaldamento climatico.
Lo sbiancamento dei
coralli
è dovuto dal calore troppo elevato dell’acqua . Il corallo espelle alghe
microscopiche che gli forniscono ossigeno e nutrimento, così perde gradualmente
il suo colore e muore. Purtroppo questo triste fenomeno è stato registrato dal 1998 ben cinque volte. I coralli più grandi a forma di tavolo e ramificati,
sono maggiormente a rischio, alcune specie sono già andate estinte.
Per
le specie di pesci e le quattromila varietà di molluschi che abitano in queste
acque è disastroso perché i coralli, come spiega il Prof. Hughes, "sono
rifugio di molti pesci, la perdita di questi grandi coralli tridimensionali cambierà l'intero ecosistema."
La
Grande Barriera corallina si estende per oltre 2.300 chilometri di lunghezza ed
è stata inserita nel 1981 nel Patrimonio
mondiale dell’Unesco. L’inestimabile valore naturalistico della Grande
Barriera corallina australiana è un’enorme attrattiva per il settore turistico che, garantisce all’economia australiana, introiti per quattro
miliardi di dollari all’anno.
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