Gli sherpa vivono nella zona orientale del
Nepal. Per rintracciare la loro origine occorre risalire molti secoli nel
passato, quando un primo gruppo etnico che risiedeva nel Tibet orientale decise di trasferirsi a sud
della catena himalayana.
Molto di frequente, studiando la storia dei popoli, ci si
imbatte in queste migrazioni che hanno spinto intere comunità a trovare rifugio
tra le montagne dove il clima è più ostile, l'isolamento dal resto del mondo è
completo, l'ambiente è permeato dalle ataviche paure delle forze scatenate
della natura. Ciò è avvenuto anche per gli sherpa che, dalle regioni del Tibet
con un clima relativamente temperato anche se di alta quota, si sono insediati
in zone molto più aspre e montagnose della loro patria di origine.
Gli sherpa, che sono un popolo e non portatori di alta quota, come
taluno erroneamente crede, si sono dati da soli questo nome (sherpa o shar - pa = uomini dell'est), per distinguersi dalle
altre popolazioni del Nepal provenienti dal Tibet e che i nepalesi, con un
sottinteso significato spregiativo, chiamavano bhutia. A quella prima lontana migrazione, altre ne
sono seguite nel corso dei secoli e anche recentemente, dopo l'occupazione del
Tibet da parte dei cinesi (1950 - 1959), migliaia di
profughi tibetani che avevano visto distruggere i loro templi ed i loro monasteri dai nuovi occupanti, si sono riversati
nella regione del Khumbu dove sono stati accettati dagli sherpa
ivi residenti, anche se per il momento non si sono ancora definitivamente
integrati.
L'origine tibetana degli sherpa appare
evidente non solo per i tratti somatici e per le affinità dei linguaggi, ma
altresì per la loro cultura e per la loro fede religiosa. Questa popolazione presenta i tratti tipici degli
andini, ovvero: polmoni particolarmente voluminosi, assenza di iperventilazione, ed un'alta concentrazione di emoglobina; tutte caratteristiche che permettono di vivere
più facilmente sopra i 3.000 metri di quota, dove l'ossigeno è circa il 70% di
quello a livello del mare. Vi è però un dibattito su tali peculiarità: da una
parte si propende per una teoria evolutiva, esse dovrebbero essere dovute allo
stanziamento di questa popolazione da molto tempo in zone così difficili,
dall'altra parte si crede che siano dovute ad uno sviluppo durante l'infanzia e
che divengano irreversibili in età adulta.
Il loro congenito adattamento alle grandi altezze e la
circostanza di abitare ai piedi dei colossi himalayani li pose in condizioni di
privilegio, nei confronti di altre etnie, allorché si dovettero reclutare i
portatori d'alta quota necessari per le prime spedizioni alpinistiche pesanti degli anni cinquanta e sessanta.
Il loro carattere socievole, la loro resistenza alla fatica e la
specializzazione che essi acquisirono svolgendo tale attività, spiegano la
preferenza che a tutt'oggi viene loro data non solo per le spedizioni
alpinistiche vere e proprie, ma altresì per svolgere le mansioni di
accompagnatori e portatori.
Costituiscono un gruppo
etnico molto omogeneo, risiedono prevalentemente nella regione del Solu-Khumbu
a sud dell'Everest e nella
valle Rolwaling su una superficie di oltre 6.000 km.
Il centro della vita
e della cultura sherpa è costituito dalla triade di villaggi di Khunde, Khumjung e Namche Bazar, anche se quest'ultimo è normalmente considerato
la capitale morale degli sherpa, grazie alla sua posizione di passaggio
obbligato delle antiche carovaniere di un tempo e all'afflusso dei turisti
negli ultimi anni.
Everest: campo base |
Sino alla metà del secolo
scorso, le uniche fonti di sussistenza erano tre: l'agricoltura, l'allevamento
del bestiame ed il trasporto delle merci dal Nepal al Tibet e viceversa. Dopo
l'occupazione cinese del Tibet e la quasi contemporanea apertura delle
frontiere nepalesi al resto del mondo, tale ultima attività cessò
completamente, ma fu sostituita da una nuova forma di guadagno: il turismo.
All'inizio fu l'avvicendarsi delle spedizioni alpinistiche lanciate alla
conquista delle più alte vette del mondo; in seguito fu il gran numero di
escursionisti che ogni anno risalgono la valle del Khumbu per raggiungere il campo base dell'Everest.
L'estensione altimetrica
degli insediamenti e delle coltivazioni è compresa tra i 2.000 ed i 4.000
metri, in una zona che potremmo chiamare subalpina, caratterizzata da grandi
foreste di conifere e di rododendri arborei nella parte inferiore, e con
presenza di ampi spazi arbustivi alle quote più alte.
Al di sopra
dei 4.000 si trova il cosiddetto deserto alpino, con una vegetazione tipica di
magri pasti e rari arbusti, dove esistono solo insediamenti stagionali per il
pascolo degli armenti. Il clima è rigido, di tipo alpino con forti sbalzi
termici diurni. Le condizioni meteorologiche sono determinate dai monsoni, venti stagionali umidi, provenienti dall'oceano indiano, che originano una stagione di abbondanti piogge
da giugno a settembre.
Una delle caratteristiche
fondamentali ìnsite alla base della cultura sherpa, è il grande rispetto della
dignità dell'Uomo. Anche quando un individuo infrange vistosamente il codice
morale, ciò viene considerato come una faccenda che riguarda lui solo e non
deve dare motivo, per nessuna ragione, al pubblico disprezzo.
Questi sono gli attributi che
riscuotono il consenso della comunità ed aumentano il prestigio dell'individuo. Gli sherpa sono un popolo
straordinario, affascinante, premuroso, leale e coraggioso, che ha saputo conquistarsi
nel tempo l’ ammirazione e la stima di tutto il mondo.
Commenti
Posta un commento